Cartoline Dai Morti
Franco Arminio
A mio padre che non ha più bocca a quest'ora e non ha più dormito dal giorno della sua morte
9
Avevo appena finito di vedere la televisione. Mi sentivo debole. Mi sono disteso sul divano e ho sentito come una mano gigantesca che mi premeva il cuore. Ho pensato che stavo morendo e non avevo comprato il loculo. Sicuramente mi avrebbero messo sotto terra. E questo era l'ultimo fallimento della mia vita.
15
Avevo cinquantasette anni quando mi è venuto il cancro ai polmoni. La malattia è durata pochi mesi. Ho sofferto molto, ma non è stato un periodo peggiore degli altri. Io avevo sempre campato con l'idea che la vita prima o poi ti frega e non mi ero mai goduto niente. Ho passato tutto il mio tempo a bestemmiare. Chi mi sentiva pensava che scherzassi, io bestemmiavo veramente, ero veramente arrabbiato.
17
A un certo punto ho pensato che potevo diventare un uomo importante. Sentivo che la morte mi dava tempo. E allora infilai la testa nel mondo come un bambino che infila le mani nella calza della befana. Poi è arrivato il mio giorno. Svegliati, disse mia moglie. Svegliati, continuava a ripetere.
25
Fuori era una bella giornata. Non volevo morire con tutto quel sole fuori. Ho sempre pensato di morire di notte, nell'ora in cui abbaiano i cani. E invece sono morto a mezzogiorno, mentre alla televisione cominciava un programma di cucina.
30
Io sono uno di quelli che un minuto prima di morire stava bene.
32
Sono caduto dall'impalcatura. Avevo sonno la mattina. Mi era finito il caffè. Faranno processi, assolveranno o incolperanno, io sono convinto che se il barattolo del caffè fosse stato pieno, oggi sarei ancora vivo.
47
Facevo la prova da sforzo. Il medico mi aveva appena detto che dovevo pedalare ancora.
51
Io sono morto di vecchiaia, anche se non ero tanto vecchio, avevo cinquantanove anni.
53
Io non so bene di cosa sono morto. I medici stavano facendo degli accertamenti per capire che cosa avevo.
58
Prima di me erano già morte ottanta miliardi di persone.
69
Io ero un tipo allegro. Poi ho perso un figlio e mi sono caduti i denti. Vi risparmio il resto della storia.
80
Il giorno in cui il medico mi disse che avevo il cancro ho perso due chili. Li ho persi piangendo.
83
Il giorno dell'apertura della caccia qualcuno mi ha scambiato per una quaglia. 86 Sono morto alle sette del mattino. Un modo come un altro per cominciare la giornata. 93 Io stavo a Zurigo. Sul manifesto hanno scritto che sono salita alla casa del padre. La verità è che mi sono buttata dal quinto piano.
94
L'unica cosa di cui mi dichiaravo contento era il presepe, ogni anno sempre più ricco, sistemato di fronte alla porta sempre aperta della casa: avevo diviso l'unica stanza con il nastro bianco e rosa dei lavori in corso. A quelli che si fermavano ad ammirare il presepe gli offrivo un bicchiere di birra prima di spiegare ogni cosa, cartoni, muschio, pecorelle, re magi, fiumi, castelli, pastori e donzelle, la grotta, il bambino, la stella cometa, l'impianto elettrico. L'impianto elettrico era il mio capolavoro. Sono morto da solo la notte di Natale mentre guardavo il presepe con tutte le luci accese.
96
Il giorno del mio funerale è stato un giorno qualsiasi. E pure il giorno dopo.
99
Io mi chiamavo Alfredo. Ero stato trent'anni in Germania. Ero tornato al paese per la pensione. Sono morto la sera del terremoto, dentro il bar. Quello che stava giocando a carte con me si è salvato.
105
Mi chiamo Mario. Mi chiamavo Mario anche da vivo, ma allora il mio nome serviva a qualcosa.
113
Quando sono andato in ospedale mi hanno detto che mi dovevo operare immediatamente. Mi hanno operato e immediatamente sono morto. 129 Sono morto con un cancro al cervello. Secondo i medici ne avevo anche un altro all'intestino ma non ci ho mai fatto caso, era quello in testa che sentivo, da un certo punto in poi non ho sentito nient'altro. Per i medici ero in coma, ma in realtà ero sveglissimo, ero tutto dentro al mio tumore, come una lumaca dentro al guscio.
130
A me mi hanno impiccata i miei genitori contadini. Non volevano che mi vedessi con un ragazzo che secondo loro non era quello giusto. Non è successo nel medioevo. Era il 1929.
134
Pure io, sì pure io.
9
Avevo appena finito di vedere la televisione. Mi sentivo debole. Mi sono disteso sul divano e ho sentito come una mano gigantesca che mi premeva il cuore. Ho pensato che stavo morendo e non avevo comprato il loculo. Sicuramente mi avrebbero messo sotto terra. E questo era l'ultimo fallimento della mia vita.
15
Avevo cinquantasette anni quando mi è venuto il cancro ai polmoni. La malattia è durata pochi mesi. Ho sofferto molto, ma non è stato un periodo peggiore degli altri. Io avevo sempre campato con l'idea che la vita prima o poi ti frega e non mi ero mai goduto niente. Ho passato tutto il mio tempo a bestemmiare. Chi mi sentiva pensava che scherzassi, io bestemmiavo veramente, ero veramente arrabbiato.
17
A un certo punto ho pensato che potevo diventare un uomo importante. Sentivo che la morte mi dava tempo. E allora infilai la testa nel mondo come un bambino che infila le mani nella calza della befana. Poi è arrivato il mio giorno. Svegliati, disse mia moglie. Svegliati, continuava a ripetere.
25
Fuori era una bella giornata. Non volevo morire con tutto quel sole fuori. Ho sempre pensato di morire di notte, nell'ora in cui abbaiano i cani. E invece sono morto a mezzogiorno, mentre alla televisione cominciava un programma di cucina.
30
Io sono uno di quelli che un minuto prima di morire stava bene.
32
Sono caduto dall'impalcatura. Avevo sonno la mattina. Mi era finito il caffè. Faranno processi, assolveranno o incolperanno, io sono convinto che se il barattolo del caffè fosse stato pieno, oggi sarei ancora vivo.
47
Facevo la prova da sforzo. Il medico mi aveva appena detto che dovevo pedalare ancora.
51
Io sono morto di vecchiaia, anche se non ero tanto vecchio, avevo cinquantanove anni.
53
Io non so bene di cosa sono morto. I medici stavano facendo degli accertamenti per capire che cosa avevo.
58
Prima di me erano già morte ottanta miliardi di persone.
69
Io ero un tipo allegro. Poi ho perso un figlio e mi sono caduti i denti. Vi risparmio il resto della storia.
80
Il giorno in cui il medico mi disse che avevo il cancro ho perso due chili. Li ho persi piangendo.
83
Il giorno dell'apertura della caccia qualcuno mi ha scambiato per una quaglia. 86 Sono morto alle sette del mattino. Un modo come un altro per cominciare la giornata. 93 Io stavo a Zurigo. Sul manifesto hanno scritto che sono salita alla casa del padre. La verità è che mi sono buttata dal quinto piano.
94
L'unica cosa di cui mi dichiaravo contento era il presepe, ogni anno sempre più ricco, sistemato di fronte alla porta sempre aperta della casa: avevo diviso l'unica stanza con il nastro bianco e rosa dei lavori in corso. A quelli che si fermavano ad ammirare il presepe gli offrivo un bicchiere di birra prima di spiegare ogni cosa, cartoni, muschio, pecorelle, re magi, fiumi, castelli, pastori e donzelle, la grotta, il bambino, la stella cometa, l'impianto elettrico. L'impianto elettrico era il mio capolavoro. Sono morto da solo la notte di Natale mentre guardavo il presepe con tutte le luci accese.
96
Il giorno del mio funerale è stato un giorno qualsiasi. E pure il giorno dopo.
99
Io mi chiamavo Alfredo. Ero stato trent'anni in Germania. Ero tornato al paese per la pensione. Sono morto la sera del terremoto, dentro il bar. Quello che stava giocando a carte con me si è salvato.
105
Mi chiamo Mario. Mi chiamavo Mario anche da vivo, ma allora il mio nome serviva a qualcosa.
113
Quando sono andato in ospedale mi hanno detto che mi dovevo operare immediatamente. Mi hanno operato e immediatamente sono morto. 129 Sono morto con un cancro al cervello. Secondo i medici ne avevo anche un altro all'intestino ma non ci ho mai fatto caso, era quello in testa che sentivo, da un certo punto in poi non ho sentito nient'altro. Per i medici ero in coma, ma in realtà ero sveglissimo, ero tutto dentro al mio tumore, come una lumaca dentro al guscio.
130
A me mi hanno impiccata i miei genitori contadini. Non volevano che mi vedessi con un ragazzo che secondo loro non era quello giusto. Non è successo nel medioevo. Era il 1929.
134
Pure io, sì pure io.